Categoria: web marketing

5 Consigli per gestire le tue pagine aziendali

Come gestire le tue pagine aziendali in modo semplice

Oggi voglio darti 5 consigli utili per iniziare a gestire le tue pagine aziendali di Facebook ed Instagram in maniera più professionale possibile.

Ho notato infatti che, alcuni aspetti che a me risultano scontati non lo sono altrettanto per tutti i publischer.

1. Crea un piccolo calendario editoriale

Il primo aspetto che devi considerare per una gestione professionale delle tue pagine aziendali è la creazione di un calendario editoriale e ovviamente i relativi contenuti.

Decidi quanti post pubblicare su base settimanale e redigi un calendario mensile o trimestrale. Non cadere nella trappola di pubblicare solo quando hai tempo o al contrario ogni minuto della giornata. Organizza le tue pubblicazioni.

Scegli contenuti interessanti per la tua audience e non basarti soltanto su cosa vendi: informa, coinvolgi, emoziona i tuoi lettori.

Se non l’hai ancora fatto leggi:

Il Piano Editoriale – La regola dell’80 – 20

2. Utilizza la pubblicità – Facebook Ads

“Facebook per le aziende non è gratis”: prima di tutto devi capire bene questo aspetto! Come ho già sottolineato nel post  5 concetti base che devi conoscere per gestire una pagina Facebook

Facebook vive dei proventi pubblicitari che derivano appunto per la maggior parte dalle pagine aziendali. Le visualizzazioni organiche (cioè gratuite) dei post delle pagine aziendali che prima erano intorno al 3% sono addirittura scese da gennaio 2018 (grazie alle modifiche sull’algoritmo).

Perciò il mio consiglio è: pubblica anche meno – non necessariamente un post al giorno – ma sponsorizza.

Attenzione però: non utilizzare “Metti in evidenza il post, cioè quel tastino che appare sotto ogni tuo post per almeno 2 motivi:

  1. Limiti nella creazione del target
  2. Unico obiettivo di marketing

In linea di massima è più facile che sprecherai i tuoi soldi. (Per approfondire questo aspetto ti consiglio di leggere questo articolo di Veronica Gentili.)

Utilizza invece Facebook Ads, ossia lo strumento di marketing di Facebook che ti permetterà di definire bene il tuo pubblico, i tuoi obiettivi di marketing e la tua creatività.

Se non sai da dove cominciare contattami pure.

Quindi datti un budget mensile che sei disposto a spendere e dividilo per il numero di post che hai deciso di creare mensilmente.

3. Instagram

Instagram… Da dove iniziare? Direi di iniziare dal fatto che se hai deciso di inserirlo nella tua strategia di comunicazione online qualche motivo ci sarà.

Curare Instagram richiede molto tempo e molto impegno, poiché si basa sulle immagini. Ovviamente come primo passo devi collegare le due pagine – cioè quella Facebook con quella Instagram. Avere un profilo instagram aziendale ti permette di avere molte funzionalità in più soprattutto in termini di analisi dei dati. Ti darò di seguito alcune tips che ti saranno davvero d’aiuto se parti da zero o quasi:

  • Chi seguire? Segui chi ti segue a sua volta. Scegli chi seguire aiutandoti con gli hashtag di tuo interesse oppure i luoghi dalla barra di ricerca. Un metodo ottimo soprattutto se sei un’impresa locale. Alterna giornate di following a giornate di unfollowing. Esistono diverse app gratuite che possono aiutarti a scovare chi tra le persone o pagine che segui non ti segue a sua volta e ti permettono di fare l’unfollow in maniera piuttosto veloce.

  • Usa un bot. Sempre per crescere in termini di numeri, ma nel contempo in target puoi utilizzare un bot a pagamento che in pratica fa follow/unfollow in maniera automatica seguendo gli input che tu gli dai attraverso il setting. Ti consiglio di utilizzare Stim, che tuttavia è a pagamento, ma se ben settato può darti un validissimo aiuto.
  • Scegli un tuo filtro (esistono moltissime app di editing immagini) e utilizzalo per ogni post: darai coerenza al tuo profilo. Ovviamente le immagini devono essere belle, di buona risoluzione e comunicative.
  • Scegli accuratamente gli hashtag da utilizzare: non utilizzare hashtag che non hanno nulla a che fare con l’immagine postata: alterna hashtag di piccole dimensioni (da 1000 a 10000 post) a hashtag di dimensioni maggiori.

 

4. Qualche consiglio per aumentare le visualizzazioni organiche del tuo post

Ribadisco: se vuoi utilizzare i canali social per fare marketing davvero è giusto che tu abbia un budget dedicato. Tuttavia ad oggi, e giuro di averlo constatato, se vuoi sfruttare al massimo le visualizzazioni organiche dei tuoi contenuti esiste un modo: il video.

Utilizzare i video (nativi) ti permette di raggiungere anche il triplo delle visualizzazioni organiche rispetto alle immagini o altri contenuti.

Questo vale per Facebook, Instagram e da qualche giorno anche per LinkedIn. Perciò tienilo presente nella gestione delle tue pagine social.

 

5. Instagram Stories

Sempre per quanto riguarda le interazioni che puoi ricevere in maniera organica, un ottimo strumento sono le Instagram Stories che vanno davvero fortissimo, probabilmente per lo stesso motivo dei video ovvero che generano davvero molto coinvolgimento.

Inserisci nel tuo calendario editoriale anche le storie di Instagram.

Perché funzionano? Perché ti permettono di fare storytelling in maniera semplice e veloce, perché ti umanizzano e avvicinano al tuo utente/cliente. Mostra momenti di te, della tua azienda e attività.

Per approfondire l’aspetto dello storytelling leggi questo articolo.

Ricorda che le dimensioni delle immagini per le Instagram stories sono particolari: 1080 x 1920, utilizzare il formato normale di dei post di Instagram non va bene: deformerebbe le immagini. Utilizza anche i video: se i video sono troppo lunghi puoi utilizzare app fatte appositamente per dividere un video in lunghezze adatte alle stories.

 

 

Facebook, nuovo aggiornamento dell’algoritmo a favore dei local business

Local marketing

Nuovo aggiornamento dell’algoritmo di Facebook. Il secondo dall’inizio dell’anno. Questo sembra volto a promuovere i local business.

Cosa sta succedendo?

L’11 gennaio 2018 Facebook ha comunicato che ill nuovo News Feed incentiverà la connessione tra le persone mentre penalizzerà la visibilità di contenuti organici pubblicati da brand e media. La notizia è stata lanciata prima con un post di Mark Zuckerberg e poi con una nota aziendale sul blog di Facebook. La comunicazione ha portato a un immediato calo in Borsa del 4,5%.

Immediato panico generale.

Poco è cambiato per quelle aziende che davvero utilizzano Facebook come strumento pubblicitario, quindi con una programmazione dettagliata a livello di piano editoriale, un budget preposto e un esperto di campagne su Facebook Ads.

In breve Facebook, ha modificato l’algoritmo in modo che la qualità del tempo speso dagli utenti sia migliore, pur diminuendo la quantità. In che modo? Dando la priorità ai contenuti pubblicati da parenti e amici degli utenti e news di alta qualità, cioè molto cliccati o che generano molte interazioni.

Facebook ha in pratica interrogato gli utenti chiedendo loro cosa preferissero vedere sul news feed.

Il nuovo aggiornamento

29 gennaio 2018: nuovo aggiornamento a favore delle local news.

Sempre seguendo le indicazioni degli utenti stessi, Facebook ha aggiornato nuovamente l’algoritmo in favore delle pagine locali.

Perché? perché gli utenti hanno mostrato di seguire con piacere le comunicazioni e gli eventi all’interno della propria community.

People tell us they come to Facebook to connect with friends. They also say they want to see news about what’s happening in the world and their local community.

Inizia così l’articolo del blog ufficiale di Facebook.

Cosa cambia quindi?

Di fatto questa è un’opportunità per i business locali.

We identify local publishers as those whose links are clicked on by readers in a tight geographic area.

[…]We are prioritizing local news as a part of our emphasis on high-quality news, and with today’s update, stories from local news publishers may appear higher in News Feed for followers in publishers’ geographic areas.

Quindi verrà data priorità ai publishers che postano link di valore e molto cliccati dagli utenti. I post di tali publishers appariranno più in alto nella sezione notizie dei followers.

C’è solo quindi, da cogliere questa opportunità e ancora una volta, stabilire una comunicazione di qualità volta ad incentivare le interazioni da parte dei follower dell’area di competenza dei business locali.

Quali sono i post che generano maggiori interazioni?

Sicuramente, come riportato più volte dal blog ufficiale di Facebook, prima di tutto le news di interesse, poi le dirette e gli eventi.

Su come creare post interessanti leggi anche il mio articolo:

Il Piano Editoriale – La regola dell’80 – 20

 

Siti web per piccole aziende

sito web

Ti serve un sito web?

Se hai un’azienda, di qualunque tipo esso sia, la risposta è solo una: sì!

Perché?

  • E’il tuo biglietto da visita: racconta chiaramente chi sei e cosa fai. E’irrilevante il settore e l’ampiezza aziendale.
  • Aumenta la tua brand awarness, ovvero la conoscenza del tuo brand.
  • Ti permette di creare in maniera semplice i tuoi contenuti – originali e di valore – da condividere attraverso i tuoi canali social. Creare ed offrire contenuti di valore per i tuoi clienti, ti differenzierà da tutti i tuoi competitor e determinerà il tuo valore aggiunto.

 

Che tipo di sito web?

tipi di siti web

Premesso ora che se hai un’attività hai bisogno di un sito web, ora devi capire che tipo.

  • Sito web istituzionale: racconti chi sei, cosa fai, dove ti trovi e i contatti. Offri la possibilità di ricevere una consulenza se vendi servizi oppure prenotare se ad esempio sei un ristoratore.
  • E-commerce: vendi prodotti? Perché limitarti a vendere solo nel tuo negozio fisico? crea un e-commerce e vendi ovunque e senza limiti.
  • Blog: sei un esperto nel tuo settore? Hai qualcosa da dire? Avere un blog e curarlo, impegnarsi nella realizzazione dei contenuti è un ottimo modo di comunicare la tua professionalità e autorevolezza – oltre che trovare clienti.

In tutti questi casi, quello che non può prescindere è l’utilizzo di una buona strategia di marketing. Bisogna conoscere un minimo di SEO utilizzare i giusti strumenti e saper veicolare traffico.

Quello che io faccio nella gestione dei social media è proprio creare contenuti e post, sui social, in grado di veicolare traffico – nello specifico verso una pagina creata per portare un utente ad un’azione prefissata (per cui non necessariamente in cliente, ma sicuramente in “contatto in target“)

Che caratteristiche deve avere il tuo sito web?

Nella mia esperienza di social media manager che cura soprattutto piccoli brand di lusso (dove di lusso vuol dire molto attenti alla propria comunicazione), mi capita spesso di trovare aziende senza sito web -male – ma ancor peggio sono quelle aziende con siti web statici e rigidi.

Nel boom dei siti web accadde che ci si rivolgeva ad un informatico, programmatore che con un linguaggio sconosciuto ai più – quello di programmazione appunto – creava questi siti web.

Il risultato è una gestione impossibile da parte dei titolari dell’azienda, che si ripercuote in siti web statici e non aggiornati, quindi inutili.

Il sito web deve essere:

  • Snello: non serve che sia pieno di pagine, immagini, contenuti superflui.
  • Leggero: anche e soprattutto in ottica seo. Google, ma anche Facebook nel suo ultimo aggiornamento, penalizzano pesantemente i siti lenti che impiegano troppo tempo a caricarsi.
  • Di semplice utilizzo: questo vuol dire che una volta creato nella sua interezza, trovata una persona di riferimento nell’azienda, questa deve essere in condizione di poter apportare piccole modifiche, senza aver bisogno di conoscere il codice.

Tutto questo oggi è possibile grazie alle innumerevoli piattaforme software di “personal publishing” e content management system (CMS): una su tutte WordPress.

Oggi la maggior parte dei siti web aziendali, quelli che funzionano bene, sono in WordPress. Tuttavia mi capita spesso di incappare in siti web “antichi” e statici, consiglio assolutamente un upgrade.

Stesso discorso per l’ecommerce: devi vendere, raccogliere e gestire gli ordini, analizzare ecc. hai bisogno di un sito web che ti supporti e non ti ostacoli.

Crea e gestisci un sito web per la tua azienda, in ottica marketing. Pensa che sia uno strumento per la tua promozione e comunicazione e trova la giusta strada per gestirlo.

N.B. Vuoi ricevere una consulenza? Contattami!

 

Siamo quello che pubblichiamo: il personal branding

unconventional-personal branding

Il personal branding non è altro che l’insieme di attività di marketing che facciamo per noi stessi, per la nostra persona.

Ciascuno di noi, all’interno della società riveste un ruolo e soprattutto oggi, con l’avvento dei social media, ciascuno di noi ha la possibilità di mostrare se stesso.

Il personal branding quindi, è strettamente connesso a internet.

Una definizione che mi piace molto dice che:

Il tuo Personal Brand è la ragione per cui un cliente, un datore di lavoro o un partner ti sceglie

Se partiamo da questo presupposto possiamo comprendere l’importanza del personal branding e imparare a calibrare le nostre interazioni.

La Finestra di Johari

La finestra o matrice di Johari prende il nome da un gioco di parole ottenuto mescolando alcune parti dei nomi di battesimo di Joseph Luft e Harry Ingham, ricercatori dell’università della California che negli anni ‘60 strutturarono questo modello per studiare le interazioni sociali.

La matrice non serve tanto per misurare la personalità, quanto per offrire uno strumento capace di rilevare come la personalità viene espressa, osservando quindi il rapporto tra noi e gli altri.

Dallo studio si evince che ci sono aspetti della personalità che sono noti sia a noi stessi che agli altri ed aspetti che invece ci teniamo solo per noi. Ci sono cose che gli altri notano di noi e delle quali non siamo consapevoli (o forse non le accettiamo) ed un lato oscuro a tutti.

Per ottenere la matrice si divide un quadrato in quattro “finestre”.

 

finestra di Johari
Fonte: Riccardo Agostini- Public speaking coach https://www.agostiniriccardo.com/

Abbiamo quindi:

  • L’area PUBBLICA quella dei fatti e le emozioni che volontariamente mostriamo. Può esprimere sia la nostra forza che le nostre debolezze, ma è quella parte di noi che scegliamo di condividere con gli altri.
  • L’area NASCOSTA (o cieca) è quella che contiene le cose che gli altri osservano di noi e che ci sono ignote. Di nuovo si può trattare di feedback positivi o negativi e comunque incide sul modo in cui gli altri si relazionano a noi e anche sul livello della nostra disinvoltura in determinate situazioni.
  • L’area IGNOTA contiene quegli aspetti totalmente sconosciuti, a noi stessi e agli altri perché è sepolta nel subconscio che si rivela solo in situazioni particolarmente emozionali.
  • L’area PRIVATA (o Facciata) contiene quegli aspetti che ben conosciamo di noi stessi, ma che teniamo nascosti agli altri. (fonte: http://www.psicolab.net/2009/finestra-johari/)

L’area che ci interessa per curare il nostro personal brand è quella pubblica.

Siamo quello che pubblichiamo…

Stai cercando lavoro? Presta attenzione a quello che pubblichi sui social!

La Stevenson Univeristy, università del Maryland negli Stati Uniti, ha di recente pubblicato un’infografica sulla relazione tra la ricerca di un posto di lavoro e l’utilizzo dei social network da parte del candidato, evidenziando come il 60% dei datori di lavoro dà un occhiata a Facebook e compagnia bella per compiere una scrematura iniziale.

Questo vale anche nel caso in cui tu non stia cercando lavoro, ma clienti – quindi che tu sia un libero professionista, un commerciante o un imprenditore: cura i tuoi profili social!

 

Sei un professionista o un imprenditore? Condividi i tuoi risultati positivi. Non essere presuntuoso, l’umiltà è una cosa seria. Ma invia il tuo messaggio positivo ai tuoi interlocutori. Farà bene sia a te che a loro!

Quali social e come?

Facebook

Con i suoi 2 miliardi di utenti attivi al giorno, è molto facile che tu trovi il target sul social network. Questo vuol dire che devi prestare attenzione a quello che pubblichi.

Parla di te, della tua vita e del tuo lavoro. Sii positivo. Cerca di non postare immagini di te “imbarazzanti”. Sii positivo, la negatività non è piacevole. Non fare spam.

Fai storytelling: leggi il mio articolo qui

LinkedIn

Se sei un professionista, indipendentemente dal settore, crea e cura il tuo profilo su LinkedIn – la più grande rete professionale. Non essere rintracciabile su LinkedIn potrebbe rivelarsi davvero penalizzante.

Una volta aperto però bada bene ad averne cura: pubblica contenuti rilevanti per il tuo settore  e aggiorna le tue esperienze. Utilizza un’immagine che parli di te.

LinkedIn non è Facebook: evita gattini&co. 🙂 per questo c’è Facebook.

Instagram

Se LinkedIn è il social network professionale, Instagram è il social network fotografico per eccellenza. Come ho raccontato nel mio articolo “Conoscere Instagram per fare business”, proprio da lì per me è partita l’ascesa professionale.

Blog

Se sei un libero professionista apri il tuo blog! Questo ti conferirà autorità nel tuo settore, potrai mettere a disposizione del tuo target le tue competenze e offrire contenuti di valore.

Per consigli su come creare da zero il tuo #primoblog leggi il mio articolo qui.

Se vuoi ricevere una consulenza personalizzata o hai bisogno di qualcuno che si occupi del tuo personal brand, contattami!

 

 

 

 

Il Piano Editoriale – La regola dell’80 – 20

Il principio di Pareto o “legge 80/20”

Pareto, studiando la distribuzione dei redditi, nel 1897 dimostrò che in una data regione solo pochi individui possedevano la maggior parte della ricchezza. Questa osservazione ispirò la cosiddetta “legge 80/20”, una legge empirica che fu poi riformulata anche da Joseph M. Juran ma che è nota anche con il nome di principio di Pareto (o principio della scarsità dei fattori), e che è sintetizzabile nell’affermazione: la maggior parte degli effetti è dovuta a un numero ristretto di cause (considerando grandi numeri). Questo principio, in realtà, è il risultato della distribuzione paretiana.

Naturalmente i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche e sono solo indicativi, ma è interessante notare come numerosi fenomeni abbiano una distribuzione statistica in linea con questi valori.

Per approfondire: https://it.wikipedia.org/wiki/Principio_di_Pareto

Principio di Pareto 80 -20

Il Principio dell’80/20 in marketing

La legge di Pareto è notevolmente efficace quando si applica alle situazioni di vendita e di marketing  nonostante l’uso della teoria di Pareto nelle vendite e nel marketing sia generalmente trascurata completamente.

“L’80 per cento dell’output è prodotto dal 20 per cento degli input”

Se si comprende questo, si potrà comprendere anche l’importanza dell’applicazione di tale principio.

Ad esempio, si consideri un’organizzazione che continua a dirigere le proprie attività in tutta la sua gamma di prodotti, quando forse il 95% dei suoi profitti deriva da appena il 10% dei prodotti e / o forse solo il 2% dei suoi profitti proviene dal 60%, idem con riferimento ai clienti.

Immaginate lo sforzo sprecato … Facendo un’adeguata analisi di Pareto, si potrebbe concentrare le proprie attività, sforzi, investimenti soltanto su clienti o prodotti più redditizi, senza dispendio di energie.

The rule of 80-20 Francesca Antonetti

La regola dell’80-20 nel piano editoriale

Una delle regole fisse per costruire una buona social media strategy è la stesura di un buon piano editoriale.

Un bravo e preparato social media manager prima di qualunque altra azione crea il piano editoriale.

Dunque se l’80% delle azioni è data dal 20% degli input, ha senso creare il 100% dei post con lo stesso obiettivo?

Assolutamente NO!

Utilizzare i Social per fare comunicazione, vuol dire cogliere l’opportunità di fare marketing differenziale e portare la propria attività ad un livello alto di comunicazione.

Vuol dire connettersi con i propri clienti-utenti, perciò non può bastare la comunicazione del tipo “compra il mio che è più bello..” (o costa meno, ecc.)

Ha senso fare social media marketing se si comprende l’importanza di trasferire valore attraverso la comunicazione.

Quindi applicare la regola dell’80/20 al piano editoriale può risultare una giusta strategia.

Questo si traduce in 80 per cento di contenuti percepiti come “di valore” per gli utenti: informazioni utili riguardanti l’area o il settore del quale l’azienda fa parte.

Soltanto il 20 per cento della comunicazione – cioè quella che genera azioni – sarà orientata all’azienda stessa o i propri prodotti e servizi.

Questo vuol dire stabilire una comunicazione “ragionata”, offrire contenuti di valori che genereranno un rapporto di fiducia tra utente e azienda, non annoiare con una comunicazione piatta, ma stimolare il dibattito.