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Chi è realmente il Social Media Manager?

Social media manager

Di cosa si occupa realmente il Social Media Manager? Quale ruolo svolge all’interno del piano marketing aziendale?

Bene! Ho deciso di scrivere questo articolo per fare chiarezza sul ruolo e le competenze del social media manager.

Una figura professionale nuova (ma non nuovissima) che sta prendendo sempre più piede all’interno non solo delle grandi aziende, ma anche piccole e medie imprese locali.

Come mai? Bé perché con l’avvento del web 2.0 tutto è cambiato a livello di marketing e comunicazione.

Per approfondire questo punto puoi leggere un altro mio articolo:

La rivoluzione dei Social Media: tutti i cambiamenti avvenuti dai rapporti interpersonali alla comunicazione aziendale

In realtà, mi sento di scrivere questo articolo per chiarire bene il ruolo del social media manager, quindi il mio ruolo 🙂 e offrire un contenuto a chi ancora non capisce molto bene a cosa serve questa figura.

  • Competenze

Innanzitutto il SMM è un professionista, con una base didattica e operativa in marketing e comunicazione, che ha sviluppato poi una specializzazione nel web.

Deve conoscere almeno le maggiori piattaforme software di “publishing” come WordPress, deve avere basi di web design, oltre che nozioni basilari di grafica, un minimo di conoscenza di HTML, ma soprattutto deve conoscere le principali tecniche di SEO. Deve saper creare campagne pubblicitarie: testi, immagini, definizione del target e del budget, landing pages, follow up con autoresponder – ALMENO QUESTO 🙂

Per approfondire l’aspetto dell’utilizzo di Facebook come strumento pubblicitario, leggi questo articolo:

Come funziona il Social Media Marketing con Facebook

 

Purtroppo l’idea che basti pagare qualcosa per fare buone campagne pubblicitarie su Facebook sta fuorviando molti “amministratori di pagina”, Facebook dispone di uno strumento molto utile, solo se correttamente utilizzato e utilizzarlo per raggiungere risultati richiede le giuste competenze.

I Social sono veloci, questo vuol dire che molto spesso non c’è tempo di contattare il grafico (anche se è all’interno dell’azienda) farsi preparare le giuste grafiche e pubblicarle. Per questo il social media manager deve necessariamente avere competenze trasversali.

Quindi, non una persona qualunque che si propone per gestire la tua pagina Facebook, ma un professionista seriamente preparato. Il motivo è dovuto alle mansioni stesse che è chiamato a svolgere e te le illustro di seguito:

  • Mansioni

Scelta e gestione dei canali – Social Network

Il Social media manager deve conoscere dettagliatamente tutti i social network. Cosa significa?

Deve saper scegliere in autonomia, quali canali attivare per una corretta comunicazione a seconda del brand, prodotto o servizio.

Una volta selezionati, deve sapere in che modo farli crescere: generare traffico, aumentare follower e interazioni, raggiungendo un’audience che sia in target, ovvero interessata a quello che stiamo comunicando per creare un’interazione che si trasformi in fidelizzazione.

Non bisogna utilizzare tutti i social media esistenti, bisogna scegliere accuratamente quelli giusti e lavorare su di essi.

Aprire un account Instagram o Twitter e avere 0 follower non serve a nulla, anzi piuttosto spesso lede l’immagine aziendale.

Ogni Social network poi, ha delle logiche diverse, perciò difficilmente lo stesso post potrà essere utilizzato nei diversi canali.

Content marketing

Premessa: Il social media manager deve godere di stima totale da parte dell’azienda. Questo perché è lui (o lei 🙂 ) che rappresenta l’immagine aziendale online.

L’autonomia nella scelta dei contenuti da scegliere o creare è un aspetto fondamentale.

Saper creare contenuti di valore per gli utenti e perfettamente coerente con i valori aziendali, scrivere articoli nel blog aziendale (o sito web), scegliere e predisporre il materiale fotografico, senza copiare e senza essere banale…. Soltanto tutti questi accorgimenti renderanno la tua comunicazione efficace!

Un altro compito fondamentale del SMM è quello di occuparsi del piano editoriale, semestrale o annuale. Anche questo va fatto con un criterio logico. Bisogna scegliere per ogni giorno che tipo di comunicazione utilizzare, per quali social network con una visione nel lungo periodo.

 

Community management

Uno dei motivi fondamentali per i quali bisogna utilizzare il web per la comunicazione è creare una community, una comunità virtuale di persone che hanno interesse a quello che comunichiamo.

Per questo motivo il SMM deve stimolare la conversazione, rispondere alle eventuali critiche oltre che ai feedback positivi.

Rispondere ai commenti non è sempre facile, bisogna avere la capacità di analizzare la situazione.

Ovviamente anche il modo di gestire la community – sia online che offline – deve essere coerente con i valori aziendali.

Uno degli aspetti del community manager è il crisis managementovvero la gestione della crisi.

 

Infine il Social media manager passa 3/4 della giornata a creare i post, un altro quarto ad aggiornarsi, perché non esistono regole fisse e definite, l’aggiornamento dei social media è costante e quindi il professionista che lavora in questo settore deve continuamente investire in formazione.

 

Se ti occorre un Social Media Manager e hai trovato utile questo articolo contattami 🙂

 

 

 

 

 

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La rivoluzione dei Social Media: tutti i cambiamenti avvenuti dai rapporti interpersonali alla comunicazione aziendale

In questo articolo parlerò dei cambiamenti portati dai Social Media nella comunicazione, in particolare:

  1. La comunicazione nel web 2.0
  2. I Social media nel marketing
  3. I Social Media e la comunicazione politica

 

Iniziamo subito con la definizione di Social Media, premettendo che non esiste una definizione univoca, tuttavia utilizzerò quella suggerita da Wikipedia.

Social media, è un termine generico che indica tecnologie e pratiche in rete che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio.

I professori Andreas Kaplan e Michael Haenlein hanno definito i media sociali come un gruppo di applicazioni Internet basate sui presupposti ideologici e tecnologici del Web 2.0, che consentono la creazione e lo scambio di contenuti generati dagli utenti.

1.La comunicazione nel web 2.0

1.1. Primo forte cambiamento: dal monologo al dialogo

Nei media tradizionali – come tv, radio, giornali, riviste – la comunicazione avviene da una fonte ad una molteplicità.

immagine, rappresentazione della comunicazione nei media tradizionali

 

Il più importante cambiamento, quello più radicale riguarda la comunicazione, che diventa dialogo. 

Nei social media infatti, il punto cardinale è la condivisione. 

L’utente fruitore di contenuti ed informazione diventa esso stesso editore – è il caso ad esempio dei blog.

L’informazione è democratizzata. La possibilità di replica, il contraddittorio, il non dover subire informazioni passivamente, l’avere la possibilità di dibattito e confronto è tutto quello che mi ha fatto “innamorare” dei Social media.

Il dialogo nella comunicazione web 2.0 - Social Media

Questo aspetto ovviamente ha avuto e continuerà ad avere importantissime ripercussioni in ogni aspetto della nostra vita: dalla politica al marketing aziendale alle relazioni interpersonali.

1.2. Gli strumenti a disposizione della comunicazione

Come già detto, i social media sono un modo per condividere strumenti con un vasto pubblico.

I social media sono dunque il veicolo, il softwere, all’interno di esso troviamo poi le strutture e reti sociali, dove gli utenti si uniscono e condividono i propri contenuti.

Un esempio banale:

Nella comunicazione tradizionale abbiamo i mass media come tv, radio, cinema, riviste ecc, questi sono dei veicoli d’informazione.

Ci sono poi gli strumenti utilizzati dai mass media come tg, dibattiti, programmi tv o radio, film, documentari.

I social media:

Secondo la definizione di Wikipedia:

I social media possono assumere differenti forme, che possono essere raggruppate in 13 categorie:

  • Blog
  • business network (network professionali)
  • collaborative project
  • enterprise social network (network aziendali)
  • Forum Internet
  • microblog
  • photo sharing
  • review di prodotti/servizi
  • social bookmarking
  • social gaming
  • social network
  • video sharing
  • virtual world (realtà virtuali)

 

Bene, a questo punto va chiarito che i Social network rappresentano uno strumento all’interno dei social media. Le due espressioni quindi, non coincidono. 

Per comprendere meglio cosa siano i social network – ovvero reti sociali – utilizzerò la definizione di Treccani, poiché la ritengo esaustiva:

Con l’espressione social network si identifica un servizio informatico on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali. Si tratta di siti internet o tecnologie che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro.Generalmente i s. n. prevedono una registrazione mediante la creazione di un profilo personale protetto da password e la possibilità di effettuare ricerche nel database della struttura informatica per localizzare altri utenti e organizzarli in gruppi e liste di contatti. Le informazioni condivise variano da servizio a servizio e possono includere dati personali, sensibili (credo religioso, opinioni politiche, inclinazioni sessuali ecc.) e professionali.Sui s. n. gli utenti non sono solo fruitori, ma anche creatori di contenuti. La rete sociale diventa un ipertesto interattivo tramite cui diffondere pensieri, idee, link e contenuti multimediali.

Riassumendo: all’interno di queste reti sociali ciascun individuo è collegato ad altri, condivide contenuti di interesse comune, interagisce e partecipa al dialogo.

 

la rete sociale

L’avvento dei social media ha cambiato e sta cambiando moltissimo a livello di comunicazione interpersonale.

Pensiamo alle chat e video chat e tutti i servizi di messaggistica istantanea e gratuita come WhatsApp utilizzato da più di un miliardo di utenti in 180 paesi del mondo.

Esempio pratico del progresso:

Vi faccio un esempio pratico, proprio qualche giorno fa, ho contattato via mail un commerciante cinese, per un business per un mio cliente, in pochissime ore mi ha risposto e la sua risposta è stata “Do you have Whatsapp?”

Proprio così, delle trattative commerciali (importanti!) con un commerciante cinese, risolte in pochissimi e voloci messaggini su WhatsApp!

Io lo trovo straordinario, eppure è ormai la normalità.

Pensiamo allo stesso tipo di comunicazione qualche anno fa, non tantissimi… In che modo avresti potuto contattare un imprenditore cinese? Attraverso quale mezzo ci avresti comunicato?

2. I Social media nel marketing

Vediamo adesso alcuni dei cambiamenti che i social media hanno apportato nel marketing, soprattutto nella pubblicità e nella comunicazione aziendale.

Innanzitutto classifichiamo le forme di pubblicità “tradizionali”:

  • Tv (spot video pubblicitari)
  • Radio
  • Volantini
  • Brochure
  • Porta a porta
  • Inserzioni su giornali e riviste
  • Cartelloni
  • Fiere e manifestazioni
  • Telefono

Tutte queste forme pubblicitarie sono sicuramente ancora vive e attive, ma oggi il web ci offre un’opportunità che i media tradizionali non riescono a raggiungere.

Parlo della profilazione dell’audience, l’esatta (o più esatta possibile) targettizzazione e l’inbound marketing (vedremo più tardi in che modo)

Oltre che costi davvero contenuti, rispetto ai media tradizionali.

2.1. Dal messaggio passivo all’inbound marketing

I media tradizionali, veicolano un messaggio, questo messaggio però è rivolto a tutti gli utenti di quel possibile veicolo.

Ad esempio, pensiamo agli spot pubblicitari. Di tutta quella pubblicità che “interrompe” la visione del nostro film, quanti spot sono davvero interessanti per noi?

Certo, oggi più di ieri, un minimo di targettizzazione in base ai programmi nei quali inserire i propri spot viene fatta.

Pensiamo ancora ai cartelloni pubblicitari per strada: quanti catturano davvero la nostra attenzione? E perché?

Certamente la loro funzione per quanto riguarda il riuscire ad imporsi nella mente del potenziale consumatore è ancora valida ed efficace.

Ma quanto spreco di risorse!

Vediamo invece le opportunità offerte dalla pubblicità online.

Prima di tutto – come ho già detto – riusciamo a definire meglio il nostro target, il cliente tipo, il cliente potenziale che ha già mostrato online un interesse verso il nostro prodotto o servizio.

Avendo costruito uno o più CLIENTI TIPO non ci resta che creare un messaggio specifico (copy), scegliere il social media giusto, e creare una pubblicità.

E come fa internet a capire a chi far vedere il mio messaggio e a chi no?

Facile! Quando noi navighiamo, lasciamo costantemente traccia nel web.

Questo oggi si verifica soprattutto per via dei cookie – vi lascio la definizione di Cookie di Wikipedia:

I cookie HTTP (più comunemente denominati cookie web, o per antonomasia cookie) sono un tipo particolare di magic cookie, una sorta di gettone identificativo, usato dai server web per poter riconoscere i browser durante comunicazioni con il protocollo HTTP usato per la navigazione web.

I cookie, e in particolare i cookie di terza parte, sono comunemente usati per memorizzare le ricerche di navigazione degli utenti […]

Così ad esempio Facebook, si è ormai consolidato come un potentissimo strumento pubblicitario.

Un accenno al funzionamento della pubblicità su Facebook puoi trovarlo in questo articolo.

Ti basta pensare a quando navighi su Facebook: che tipi di post sponsorizzati ti appaiono?

Ti sei mai accorto che se poco prima hai cercato su google “scarpe bianche marca xxx” subito dopo navigando su Facebook magicamente ti appare il post sponsorizzato di quella marca, con il medesimo modello di scarpe?

Ecco questo si avvicina molto all’inbound marketing:

Il termine Inbound marketing indica una modalità di marketing centrata sull’essere trovati da potenziali clienti (outside-in) in contrasto alla modalità tradizionale, detta anche outbound marketing (inside-out) che è imperniata su un messaggio direzionato unicamente verso il cliente. Con l’Inbound si passa dall’ Interruption al Permission Marketing: l’audience va conquistata fornendo contenuti interessanti e utili per il target di riferimento, non interrotta. (Wikipedia)

inboundnd vs outbound marketing immagine

Non mi soffermerò molto sull’inbound marketing, ma credo che sia un’attività vincente di marketing che non danneggia perché non disturba.

Permetti al tuo potenziale cliente di trovarti facilmente e contattarti.

Questo tipo di attività è perfettamente e “facilmente” realizzabile grazie al web e ai social media.

Ti riporto un esempio personale pratico. Ho gestito due diverse campagne pubblicitarie su Facebook per una stessa società con la quale collaboro. Quando ero connessa con il mio profilo personale, il post sponsorizzato di una delle due campagne mi “usciva” sempre, mentre l’altro mai.

Questo ovviamente, perché ero perfettamente in target con un post, mentre non rientravo nella profilazione dell’altro!

Riesci a comprendere le potenzialità della pubblicità su Facebook?

2.2. Il ROI nelle pubblicità online

Un altro importantissimo vantaggio nello scenario dei cambiamenti portati dal web marketing è il calcolo del ROI – cioè il ritorno sull’investimento.

Grazie alla pubblicità online – che sia sotto forma di banner, attraverso i social network o Google AdWords – riusciamo a verificare l’andamento della nostra pubblicità e eventualmente modificarla, grazie agli insights.

Riusciamo ad ottenere un monitoraggio continuo.

Ma c’è di più!

Possiamo creare dei post ottimizzati per ottenere una determinata azione, questa azione, in quanto tale, si trasformerà in qualcosa di tangibile e concreto: che siano leads (cioè contatti) o iscrizioni al nostro sito web o acquisti.

Tutto ciò rende la nostra pubblicità MISURABILE – Non è fantastico?

Certo, per tantissimi motivi è importante implementare e ponderare buone attività di web marketing – possibili soprattutto grazie all’avvento dei social media – ma non bisogna smettere di curare e prestare attenzione a tutte le azioni di marketing, anche quelle tradizionali.

2.3. Il passaparola

Citazione sul marketing del passaparola

Se sei un commerciante, un imprenditore o comunque gestisci un’attività conosci il potere del passaparola.

Da sempre. Anche prima dell’arrivo del web 2.0.

Amo fare esempi pratici.

Il passaparola prima:

Vado in un ristorante mangio benissimo lo dico a tutta la mia cerchia di amici, conoscenti, colleghi ecc.

Genero un passaparola positivo, lo consiglio e qualcuno dei miei amici andrà sicuramente in quel ristorante così il ristoratore, fornendo un buon servizio, avrà generato un processo che gli porta nuovi clienti.

Ovviamente se guardo a questo esempio, pensando a me come persona che genera il passaparola, la mia cerchia si aggirerà attorno a qualche decina (facciamo 15?) di persone.

Il passaparola oggi:

Vado in un ristorante, mangio benissimo, ancor prima di tornare a casa, già dal ristorante stesso vado nella pagina Facebook del locale e gli lascio una recensione con 5 stelle e tanti complimenti; non contenta vado su TripAdvisor e lascio un’altra splendida recensione; stessa cosa su Yelp.

Ma basta anche meno. Apro il mio profilo di Instagram e pubblico una bella foto, ricca di effetti, di un piatto che ho mangiato, inserisco il luogo dove ho scattato la foto, ci scrivo un bel post sul cibo e il servizio e la condivido contemporaneamente su Instagram e Facebook.

Bene. A questo punto, in pochissimi minuti, avrò generato un passaparola positivo in pochissimi minuti. Il mio post sarà visualizzato da migliaia di persone.

Tutto questo a patto che il ristorante abbia almeno una pagina su Facebook (lo do per scontato!)

Questo si traduce in tanta potentissima pubblicità online, gratuita.

Ora, viene da sé che il mio esempio è stato in positivo.

Ma la stessa cosa, lo stesso potente passaparola, può verificarsi anche in negativo.

Il segreto è ovviamente uno: offrire un ottimo prodotto e servizio e difficilmente i tuoi cliente genereranno passaparola negativo 🙂

Tuttavia può succedere e in quel caso bisogna cercare di moderare e poi recuperare, ma lo vedremo successivamente 😉

 

3. I Social media e la comunicazione politica

Come è facilmente immaginabile, anche nella comunicazione politica, i new media hanno portato ad un forte cambiamento.

Se prima potevamo assistere ed ascoltare il dibattito politico in modi limitati – ossia seguendo le tribune politiche in tv, attraverso i tg, o a livello locale partecipando attivamente – oggi anche il messaggio che la politica – i politici – vogliono veicolare è molto più diretto.

Prenderò come oggetto di spunto due strumenti in particolare:

3.1.Twitter

Per quanto riguarda i tweet, i politici italiani si sono dimostrati dei veri fanatici. 

Tweet di solidarietà – anche rivolti ad avversari politici, si pensi al malore di Pierluigi Bersani nel 2014. Ma anche nel più recente intervento chirurgico dell’attuale Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. In questa occasione moltissimi politici hanno avuto modo di mostrare e comunicare la loro umanità.

Puoi guardare la foto gallery dei tweet in questo articolo di Rai News.

Attraverso i tweet avvengono spesso veri e propri dibattiti:

tweet dibattito tra Casini e Di Pietro

Spesso poi, grazie ai tweet abbiamo assistito a veri “scivoloni”– questo ci dimostra che i social media sono un’arma a doppio taglio per i politici, perché mostrano il lato più vero e verace del politico.

Tweet Renata Polverini

Il congiuntivo non considerato dalla Polverini…

Senza citare necessariamente i tweet di  Antonio Razzi, che lo hanno reso celebre (non tanto come politico quanto probabilmente come comico).

Ai fini della comunicazione politica i social media, e soprattutto Twitter, vanno considerati per la loro capacità di aggregazione, l’immediatezza del messaggio e la velocità di propagazione dei contenuti.

3.2. Blog

Parlando di blog e politica non si può fare a meno di menzionare il Blog di Beppe Grillo.

Oltre che una miniera d’oro” in termini di fatturato (proventi della pubblicità, generati dal traffico), è il primo strumento di propaganda del MoVimento 5 Stelle, il partito politico nato proprio dal comico e e dall’imprenditore del web Gianroberto Casaleggio.

Il punto sul quale voglio soffermarmi qui è proprio questo.

Grillo è riuscito a creare un partito politico grazie alla partnership con un imprenditore di strategie informatiche, cogliendo in pieno l’utilizzo dei social media nella comunicazione politica.

Per un approfondimento su Il ruolo dei Social Media nella comunicazione politica, vi invito a leggere questo articolo di Stefano Vanetti.

Riassumendo

Il ruolo dei Social Media ha assunto, ormai da anni un ruolo centrale e imprescindibile nella comunicazione.

Scegliere la giusta strategia per implementare una corretta e proficua comunicazione all’interno del vasto scenario – in special modo blog, social network, forum – è un compito che va ponderato e sul quale investire.

Che tu sia un imprenditore o un politico, prestare attenzione massima ad una comunicazione che oggi è dialogo.

La comunicazione della tua attività non è più unidirezionale e passiva per l’utente, ma esiste una partecipazione al dibattito che merita i tuoi investimenti, in termini di tempo, contenuti e denaro.